l Museo Luigi Ontani alla Rocchetta Mattei È uno dei progetti più accreditati della Fondazione Carisbo. Marabini: «Si farà di sicuro, mancano i dettagli»



BOLOGNA - Un «Museo Luigi Ontani», o mostra permanente. Nelle sale della Rocchetta Mattei. Insomma uno spazio — ma non certo uno spazio qualunque — per ospitare un compendio della dirompente creatività dell’artista. Nel suo luogo di nascita. Luigi Ontani è nato a Grizzana Morandi e oggi, dopo aver conquistato il mondo con le sue bizzarre ceramiche, i pionieristici tableaux vivant, le maschere e le installazioni di legno, cartapesta e un mare di materiali diversi vive prevalentemente a Roma. Ma non ha mai abbandonato le sue colline della Valle del Reno. Ora il «favore» potrebbe essergli restituito, con un progetto che circola alla Fondazione Carisbo, a quanto pare condiviso dallo stesso Ontani.
LA ROCCHETTA - In realtà non è ancora stato deliberato, ma l’idea di dedicare una parte della fiabesca Rocchetta alla creazione di un museo Ontani è la più accreditata. «Praticamente è cosa fatta — ne è invece convinto il consigliere del cda di via Farini, Virginiangelo Marabini — Abbiamo poco tempo, perché tra marzo e aprile questo cda terminerà il suo mandato, e vogliamo consegnare ai nostri successori iniziative già concluse». Questa potrebbe essere una, oltre ai lavori di ristrutturazione già avanzati in quello strambo capolavoro unico al mondo che è la Rocchetta. «A giugno — fa sapere sempre Marabini — i lavori di ristrutturazione e consolidamento saranno finiti. La Fondazione ci ha investito moltissimo, anche perché il castello rischiava davvero di andare perduto per sempre». Già di per se, con le sue architetture miste, tra forme medievali, stili moreschi e insoliti guizzi nati dalla fantasia del conte «alchimista» Cesare Mattei che ne fanno una residenza da fiaba, l’edificio è un monumento visitabili. Ma l’intenzione, confermano da via Farini, è quella di farne un luogo vivo di cultura. «Non è facile — ammette Marabini — vista proprio la particolarità delle architetture e la carenza di risorse che ormai attanaglia tutti, ma stiamo valutando diverse ipotesi».
IL MAESTRO - Una parte del castello, dunque, dovrebbe essere allestita per accogliere la storia artistica di Ontani, un po’ come nella spagnola Figueres si può visitare il museo dedicato al loro cittadino più illustre, Salvador Dalì. «Una parte del castello — insiste Marabini — sarà sicuramente dedicata a Ontani, anche perché il progetto è stato redatto insieme a lui». Lui stesso, in sostanza, si sarebbe reso disponibile a donare molte opere e parte del suo archivio. Dubbi, invece, su come utilizzare il resto della palazzina: una biblioteca, un centro studi, un omaggio diverso all’altro artista nato tra quelle valli, Giorgio Morandi? «Ne stiamo parlando in questi giorni — fa sapere il consigliere Gian Mario Anselmi — credo che entro la fine del mandato avremmo dato almeno un indirizzo. Per ora sul tavolo ci sono diverse proposte».
I LAVORI - Quel che è certo è che la Rocchetta sarà restituita al pubblico, con le sue cupole arabeggianti, le guglie bicolore e le scalinate che ricordano le visioni di Escher. La Fondazione la acquistò dagli eredi del conte nel 25 ottobre del 2005, quando si trovava in grave stato di abbandono. Nelle prime aree ristrutturate si sono già tenute le lezioni sul fiabesco (quale migliore cornice?) del professore Antonio Faeti e ora si cercano modi di continuare questa vocazione alla cultura. «Di recente — fa sapere ancora Marabini — abbiamo acquistato appezzamenti di terreno circostanti alla Rocchetta per farne un parcheggio», segno che, qualsiasi cosa accada, si pensa a una grande affluenza di pubblico. «Purtroppo — va avanti — non completeremo il restyling degli interni, o il recupero degli arredi, a causa della carenza di fondi, ma avremo restituito al castello la sua integrità delle origini»

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