Il controllo sulla cultura



Quanto pesa sulla vita civile la gestione della cultura? Quanto è importante per la formazione di una società consapevole? Molto. E' importante  perchè linfa vitale delle coscienze e per la cogestione della democrazia. Certo troppa consapevolezza  può creare una situazione che a qualsiasi governante risulta scomoda e complicata, una popolazione troppo consapevole difficilmente si fa sfruttare e sottolinea i propri diritti ogni volta che si ritiene sopraffatta. La gestione della cultura è talmente necessaria alla gestione del potere da essere di vitale importanza per i regimi assoluti, che basano sulla comunicazione visiva e sulla gestione della comunicazione artistica e mediatica, gran parte della loro influenza sulla popolazione. Ma cosa succede quando si tenta di evitare che i documenti si mantengano, quando i libri diventano facilmente carta straccia per l'incuria, quando vengono trascurati tesori della storia umana e del passato, quei documenti che sono la memoria della comunità umana e che permettono di mettere un punto e andare avanti alla nostra evoluzione? Si commette un delitto verso il genere umano, si toglie alimento a quella che è la nostra caratteristica come genere, la ricerca continua della verità e l'evoluzione verso una forma sempre più condivisibile di vita. Un delitto che arretra la nostra civiltà a volte di migliaia di anni, e che non riusciamo ad arginare. L'Italia, un pozzo inesauribile di documenti della civiltà umana è la prima affamatrice della conoscenza, un patrimonio che è unico al mondo, e del quale non si riesce a fermare il degrado. Quanto questo degrado è dovuto a inconsapevolezza e distrazione e quanto ad un consapevole programma di deligittimazione dello Stato? Un legittimo dubbio quando vediamo che parte di questo patrimonio viene gestito a scopo devozionale e non didattico e scientifico, e soprattutto quando, per incapacità, esso  non viene gestito affatto.

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