Incuria e degrado per i siti italiani dell'Unesco

Palafitte in Trentino
Roma , Rappresentano un capolavoro del genio umano, sono esempi eccezionali di arte, architettura e natura. Sono luoghi e opere uniche al mondo e per questo rientrano nella lista dei beni patrimonio dell'Umanità stilata dall'Unesco: l'Italia è tra i Paesi al mondo che ne possiede di più, ma troppo spesso, dopo aver ottenuto il prestigioso titolo, lascia questi tesori al proprio destino, senza fondi per il mantenimento e a volte senza alcun tipo di cura. A denunciarlo è Legambiente, che nella settimana dedicata alla cultura richiama l'attenzione sulle emergenze dei siti italiani patrimonio dell'Umanità con il dossier 'Unesco all'italiana' e chiede che il riconoscimento attribuito dall'organizzazione delle Nazioni Unite sia valorizzato meglio e non rimanga solo sulla carta come spesso avviene.Dei quarantacinque siti Unesco italiani, infatti, oltre la metà (23) è afflitta da situazioni critiche più o meno gravi che ne mettono a repentaglio il futuro. Tra questi ci sono beni paesaggistici unici al mondo come la costiera Amalfitana, dove dilagano abusivismo edilizio ed emergenza rifiuti; le isole Eolie, quotidianamente minacciate da interessi speculativi e ipotesi di nuovo cemento; il parco nazionale del Cilento assediato dall'illegalità edilizia; la laguna di Venezia, un sistema fragilissimo insidiato dall'erosione, l'inquinamento marino, le acque alte e la pesca abusiva. In pericolo anche aree archeologiche di straordinario interesse come Agrigento, Siracusa e la necropoli rupestre di Pantalica, le necropoli etrusche di Cerveteri e le famosissime Pompei ed Ercolano che lottano quotidianamente contro il degrado, l'emergenza crolli, i rifiuti, gli abusi edilizi e la scarsità di servizi.Tra i principali mali che incombono sui siti Unesco italiani, Legambiente segnala automobili e traffico, una vera 'spada di Damocle' sulla testa di molti posti straordinari come i Sassi di Matera dove il recupero e la rivitalizzazione degli antichi rioni è ferma da tempo mentre si progettano nuovi parcheggi, oppure i centri storici di alcune delle più importanti città d'arte del Paese come Roma, Napoli, Verona, Siena e Urbino: musei a cielo aperto, soffocati da smog, veicoli ovunque e inquinamento, dove si progetta e si realizza il 'nuovo' senza interessarsi troppo di quello che esiste da secoli.Lo sviluppo urbanistico eccessivo è anche l'incubo di Assisi e di altri siti francescani, del villaggio industriale di Crespi d'Adda e dei Sacri Monti della Lombardia, mentre l'incuria, la scarsa manutenzione e a volte il malcostume stanno seriamente mettendo in pericolo gioielli, archeologici, architettonici e artistici come la Villa del Casale a Piazza Armerina, Villa Adriana a Tivoli, Castel del Monte, i Monumenti paleocristiani di Ravenna, la Reggia di Caserta e le Residenze Sabaude.

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