La donna e il mobbing che la discrimina

Nel 2011 si potrebbe discutere a lungo su come è cambiato il ruolo della donna dal dopoguerra ad oggi. Di come quello che una volta era definito il “sesso debole” abbia assunto un ruolo cruciale, trasformando il costume, gli equilibri familiari e l’immaginario in funzione di una più moderna e spigliata visione della figura femminile. Eppure, nonostante sia ormai condivisa l’importanza della donna nella società, il gentil sesso continua ad essere vittima di discriminazioni nel mondo del lavoro. Un settore nel quale, aldilà di rampanti carriere politiche costruite all’insegna di “favori”, le donne non riescono ad affermarsi in posizioni di potere. Si è discusso di questo e di molto altro nel  Seminario dal titolo  “Mobbing e discriminazioni sui luoghi di lavoro, Le dimissioni delle lavoratrici madri nel primo anno di vita del bambino - Presentazione del Primo Report svoltosi presso la sala Cirillo di Palazzo Matteotti e  organizzato dalla Consigliera di Parità della Provincia di Napoli in collaborazione con  la IV Commissione Mobbing e Discriminazione della Regione Campania e la  Provincia di Napoli. I dati emersi nel rapporto espongono una situazione critica per le giovani madri, analizzando il fenomeno delle dimissioni volontarie nel primo anno di vita del bambino, indicatore importante della scarsa capacità del nostro welfare di recepire quelle norme che pure sono presenti nell’ordinamento sia nazionale che regionale. Quali sono le ragioni che spingono le giovani madri (l’analisi individua nelle donne tra i 25 e i 34 anni la categoria maggiormente a rischio) alle dimissioni? Innanzitutto la scarsa flessibilità degli orari di lavoro. La maggior parte delle piccole imprese in cui lavorano le giovani donne non ne recepiscono le esigenze temporali e favoriscono la fuoriuscita di queste ultime dal mercato del lavoro. Ad essere colpite sono soprattutto le classi lavoratrici a basso reddito, che non possono permettersi una babysitter e che rinunciano per prime al proprio posto di lavoro, anche quando le condizioni gli appaiono soddisfacenti. Per far fronte alle inefficienze del welfare si è insistito sull’importanza delle donne della politica di fare rete, come è accaduto in occasione di questa relazione. Purtroppo proprio la politica è uno degli ambienti più restii alla parità tra i sessi come dimostra la proposta, annunciata dalla consigliera regionale Angela Cortese, di ritirare la legge sulle quote rosa nei consigli di amministrazione, vittima di numerosi ostracismi in Parlamento attraverso la presentazione di un centinaio di emendamenti. Lento e tortuoso il cammino che porta alla parità. Alle imprese e al welfare la capacità di rispondere a un problema che sempre più mette le giovani donne nelle condizioni di scegliere tra la maternità e il lavoro.

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