L’Aniene : passeggiata sul  fiume


Il fiume come elemento naturale è stato sempre accompagnato dalla nascita di grandi città e civiltà per la sua importanza vitale come approvviggionamento idrico e per l’agrcoltura delle popolazioni che da nomadi divennero stanziali.In questo senso il nostro territorio, incuenato fra due fiumi il Tevere e l’Aniene mostra una doppia valenza per l’agricoltura e la pastroizia essendo un territorio pianeggiante in prevalenza e formato in origine da grandi distese di pascoli. L’andamento ad anse dell’Aniene è dovuto in questo tratto alla sua immediata immissione nel Tevere. E’ probabile che in questo tratto esso formasse un delta che forniva il necessario arricchimento del terreno per le coltura, attraverso i numerosi tracimamenti da suo letto originario. I due fiumi furono fondamentali per l’economia romana come vie di comunicazione, e di trasporto dei beni che venivano dalle camagne. L’Aniene, correndo sul ciglio di un terreno di tipo vulcanico tracciava un percorso per la nascita di alcune cave di travertino e per le cave di pozzolana che ancora oggi fanno parte del quadro imprenditoriale della città in modo determinante e che correvano lungo tutto il fiume e la via Tiburtina. Dunque il fiume fu importante come via di comunicazione per l’edilizia, il trasporto di marmi e materiali edili. Ma non dobbiamo dimenticare che esso era importante perché era il tramite del trasporto dell’approvvigionamento alimentare agricolo di Roma. Inoltre essendo un territorio pianeggiante era anche facilmente attaccabile e dunque fu teatro di quasi tutte le invasioni barbariche che Roma dovette subire. Ma ebbe notevole importanza come la culla dei primi insediamenti che diedero vita all’agglomerato cittadino.
Il territorio di Montesacro fa parte infatti dell’antico luogo dove naquero le citta come Vejo, Fidene e Crustumerium, che si opposero alla invasione dei loro territori da parte delle popolazioni Latine. Queste città alleatesi fra loro caddero in mano romana con la caduta di Vejo avvenuta nel 396 a.C. (Tito Livio, V° Libro).
Dopo un pluriennale assedio, Vejo dovette cedere alla pressione di Roma e ci vollero molti anni prima che essa si arrendesse del tutto; nel 477 a.C. la città risultò  vittoriosa in una battaglia detta del CREMERA perché si svolse lungo uno degli affluenti a nord del Tevere, nel 477 a.C. fu piuttosto un agguato teso dai veienti alle forze romane che stavano saccheggiando il loro territorio.

       
Il fiume Aniene

Il fiume Aniene deriva il suo nome da tre fonti principali :

1)       ipotesi mitologica : Anio era figlio di Apollo, sacerdote dell’Isola di Delo che accolse Enea e Julo, progenitore dei romani dopo la distruzione di Troia
2)       ipotesi poetica : Ovidio Nasone, nell’opera “Gli amori degli dei” narra di un Anio sposo di Ilia o Rea Silvia fatta gettare nel Tevere da Amulio e sepolta sulle rive dell’Aniene
3)       ipotesi filosofica : Plutarco nei “Moralia” racconta che originariamente il fiume in questione veniva chiamato “Parenzio” e che cambiò nome per ricordare che nelle sue acque si gettò il re etrusco Anio dopo il rapimento della figlia Salea

Esso veniva considerato la linea di demarcazione tra l’AGER ROMANUS ANTIQUUS (Antemnae) e il TERRITORIO DI FIDENE E FICULEA
In epoca augustea esso segnava il confine tra la Regio I (Latium et Campania) e la Regio IV (Sabini et Samnium).

Il fiume nasce nei monti Simbruini, la fonte si trova sul Monte Tarino., esso passa per alcuni centri storicamente rilevanti come Subiaco e Tivoli. A Subiaco tradizionalemnte viene ricordato perché diede luogo a tre laghetti che decoravano la villa di Nerone detti  SIMBRUINA STAGNA

Inizialmente il suo corso doveva gettarsi direttamente al mare poi si collegò con le mutazioni del terreno e le varie ere geologiche, al Tevere del quale rimase un affluente. Per molti secoli rimase la maggiore riserva idrica della Roma antica (vedi “De acqueductu urbis Romae “ di Frontino)

La prestigiosa ACQUA VERGINE aveva origine dalle acque dell’Aniene, con le sue acque copiose spesso provocava delle esondazioni che si propagavano per tutta la valle dell’Aniene sotto Tivoli,. Questo infausto evento era anche fonte di grande fortuna per l’agricoltura che beneficiava delle esondazioni anche per la fertilizzazione del terreno.
                 
In questo fiume transitravano anche le merci provenienti dalle numerose cave di TRAVERTINO presenti sul corso del fiume e lungo la via Tiburtina.Lungo il corso del fiume si trovano anche numerose CAVE DI POZZOLANA . l’importanza strategica del fiume non era solo militare ma anche commerciale perché oltre ai marmi vi si trasportavano le derrate alimentari per la città che provenivano dalle campagne.

In età romana questo territorio è interessato da una capillare occupazione di fabbricati residenziali e rurali concentrandosi soprattutto durante la secontda età repubblicana ed i primi anni dell’impero.
Le invasioni barbariche e le guerre gotiche portarono ad un progressivo abbandono dei casolari rurali e delle ville patrizie.

IL PONTE NOMENTANO


Si potizza sia stato costruito già nel I secoloa.C., e la sua struttura possiede delle stratificazioni che partono dall’età romana al XV secolo circa. In seguito furono eseguiti numerosi attenti restauri.Viene citato da Procopio nelle vicende della guerra greco-gotica e narra che nel  Totila abbattè tutti i ponti di Roma.compreso in Nomentano, Mammolo e il ponte Salario. Esso riprese il suo funzionamento quando Narsete inviato da Giustiniano lo restaurò rendendolo nuovamenete praticabile. Dunque gran parte di quello che vediamo adesso è di epoca bizantina.

Struttura del ponte    :          -       Inizialmente aveva due archi, uno dei quali fu distrutto da Totila
-         L’ arcone possiede due chiavi di volta decorate una a monte con una clava ed una testa    bovina e a valle con la sola clava
-         La campata è ricoperta di travertino mentre il ponte è costituito da mattoni tufacei
-         Una fortificazione merlata lo sovrasta e una torre
-         L’aspetto è quello dei ponti adiacenti restaurati nello stesso periodo, quello salario e il ponte Mammolo

 Il ponte fu protagonista di molti avvenimenti importanti nella storia di Roma e del papato.

15 marzo 1205Innocenzo III conferisce solennemente alla chiesa di S.lorenzo in Lucina il ponte fra i suoi beni
                       
1433 – Il ponte viene conquistato dal condottiero Nicolò Fortebraccio (1389-1435)

marzo 1485 – Paolo Orsini rivale del papa Innocenzo VIII occupò il ponte avendo saputo che il papa stava
per   morire, quando la notizia fu smentita si decise ad abbandonarlo

1503 – Gli Orsini ripresero il ponte durante il pontificato di Alessandro VI finchè essi non furono sconfitti
dal duca Valentino

Il ponte Nomentano  ha ispirato nei secoli molti artisti e viaggiatori sia italiani che stranieri divenendo sempre più spesso lo sfondo di romantiche vedute di pittori che si dedicavano al Grand Tour alla scoperta delle vestigia dei romani, delle tradizioni locali. e delle magnifiche visioni della Campagna Romana. Alcuni poeti e scrittori riportarono le loro impressioni intorno al ponte :


“Mentre scendevamo da Monte Sacro, continuavamo a pensare alla tomba del simpatico Menenio Agrippa. Eravamo a tre miglia da Roma: siamo ritornati sui nostri passi e prima di ripassare il Tevere a ponte Nomentano, distrutto da Totila e ricostruito da Narsete, ci siamo fermati sul fondo valle per bere dell’ottimo caffè , preparatoci dal buon Giovanni, il nostro domestico italiano. Il latte ce lo hanno fornito le vacche che pascolano nei dintorni della tomba”
(Stendhal , Passeggiate romane”, 1827, 201)


Scorenno sotto ar ponte de carriera
passa l’ Aniene  piccolo e selvaggio,
e cerca co' quell'impeto marvaggio
de fà li danni intorno, e in che maniera!
Er pescatore co' la canna spera
de chiude la giornata co' vantaggio;
cià pe' compagno sulla riva un faggio
e, accosto er ponte co' la massa nera….

(Valentino Banal , 1897)

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